COMUNICATO STAMPA – NO AI SISTEMI DI VERIFICA BIOMETRICA PER I DIRIGENTI DELLE P.A.

Il Presidente Rembado esprime la netta contrarietà della FP-Cida al controllo biometrico dei dirigenti e scrive al Presidente del Consiglio dei Ministri Conte e alla Presidente del Senato Casellati

COMUNICATO STAMPA

Roma, 15 aprile – FP-CIDA scende in campo per esprimere netta contrarietà all’introduzione dei sistemi di verifica biometrica dell’identità per i dirigenti delle Pubbliche Amministrazioni, così come previsto invece dall’articolo 2 del Ddl Concretezza approvato alla Camera e già trasmesso al Senato. “Inserire infatti – afferma Giorgio Rembado, presidente della FP-CIDA – per il controllo orario del lavoro dei dirigenti l’utilizzo delle impronte digitali o del riconoscimento dell’iride, rappresenterebbe uno strumento inutilmente sproporzionato. Peraltro dai costi decisamente elevati a carico della Pubblica Amministrazione”.

Per contrastare qualsiasi intento demagogico, di chi vorrebbe cavalcare a fini elettorali la polemica contro i “fannulloni”, è opportuno considerare che i dirigenti delle P.A. non hanno l’obbligo di orario in quanto devono garantire il servizio e, di fatto, essere reperibili in caso di necessità. Oltretutto, a differenza di quanto avviene in altri Paesi europei, il legislatore nazionale non ha ancora previsto alcun “diritto alla disconnessione”.

Non si tratta quindi di voler difendere un privilegio dei dirigenti ma di dover considerare una reale condizione lavorativa in base alla quale per il dirigente, essendo di fatto sempre reperibile anche di notte o nel fine settimana, è inutile verificare la presenza. E’ invece importante verificarne i risultati in termini di qualità del servizio reso al cittadino.

Ed è questo il vero nocciolo della questione: se realmente il Ddl Concretezza si ripromette di migliorare la produttività delle P.A., deve occuparsi della “concreta” produttività degli uffici.

Da anni in Italia si prova a sburocratizzare la Pubblica Amministrazione da ultimo anche attraverso lo smartworking, il cosiddetto “lavoro agile”: la verifica biometrica per la presenza dei dirigenti, quindi, appare oggi più che mai un controsenso inaccettabile.

Non è questa la strada per contrastare l’assenteismo, così infatti si va solo incontro ad un inutile spreco di risorse, e tante, e ad un ulteriore attacco all’autonomia del dirigente pubblico la cui attività non si esaurisce al semplice controllo della presenza in servizio ma nel reale funzionamento della macchina amministrativa di cui, in qualsiasi caso, è responsabile.

Per migliorare concretamente le P.A. è importante verificare il reale raggiungimento degli obiettivi assegnati e non limitarsi alla verifica della sola presenza del Dirigente sul posto di lavoro.

La mera presenza, infatti, non ha mai garantito alcun risultato.

Per questi motivi, quindi, FP-CIDA si è rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e alla Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati per un ripensamento sul tema che abroghi l’introduzione di sistemi di verifica biometrica dell’identità e di video sorveglianza per i dirigenti pubblici e nella stessa misura per tutti i dipendenti.