Audizione della CIDA sul ddl AC n. 3098 in materia di riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni

Ieri, 3 giugno 2015, la CIDA è stata audita, alla presenza del Ministro Madia e del Sottosegretario Rughetti, presso Ia Commissione (Affari Costituzionali) della Camera sul ddl AC n. 3098 in materia di riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni.

Giorgio Rembado, accompagnato da Giorgio Germani e da Liana Verzicco, intervenendo a nome della Confederazione, ha avuto modo di esprimere una valutazione fortemente critica sull’impianto generale del provvedimento. Ne ha contestato l’assenza di un disegno esplicitamente riformatore e la tendenza alla precarizzazione della dirigenza pubblica di carriera. In particolare:

1. ha ribadito la necessità di una classificazione dell’intera dirigenza pubblica con un sua collocazione in due distinti “contenitori”, uno per i ruoli professionali (medici, dirigenti tecnici, ricercatori) e un altro per i ruoli gestionali (dirigenti amministrativi e dirigenti scolastici, questi ultimi ad oggi inspiegabilmente esclusi dal ddl dal ruolo unico della dirigenza statale)

2. per i medici ha chiesto l’istituzione di un’area contrattuale della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria

3.ha richiamato l’esigenza al perseguimento dell’obiettivo dell’”autonomia” della dirigenza dalla politica. Ciò attraverso 2 strumenti: il diritto del dirigente all’assegnazione di un incarico alla scadenza del precedente in assenza di valutazione negativa e l’eliminazione o la drastica diminuzione della facoltà di conferimento di incarichi dirigenziali a tempo determinato

4. il ripristino all’articolo 10 per i ricercatori e tecnologi della definizione dello stato giuridico e della titolarità dei progetti di ricerca e relativi finanziamenti ad essi correlati. Ciò al fine di un bilanciamento all’autonomia gestionale dei vertici degli Enti di nomina politica e del recepimento della Risoluzione della VII Commissione del Senato in materia. Allo scopo, dalla delegazione CIDA è stata consegnata alla I Commissione della Camera una petizione sottoscritta da oltre 1.800 ricercatori italiani.

Al termine è stata depositata una memoria alla quale rinviamo per maggiori approfondimenti.