Convegno della CIDA Lazio su “Istruzione e Sanità: le competenze manageriali per l’innovazione”

Un confronto parallelo tra le problematiche e le prospettive di sviluppo esistenti nella Sanità e nell’Istruzione, con particolare riferimento al management dei due sistemi nel settore pubblico e in quello privato, questo il tema al centro della tavola rotonda organizzata da Cida Lazio, che si è tenuta lo scorso 13 febbraio presso la sede nazionale di Federmanager a Roma, il cui Presidente Giorgio Ambrogioni ha rivolto in apertura di lavori un saluto agli intervenuti.

“Una consuetudine ormai consolidata ha visto Sanità e Istruzione frequenti bersagli di provvedimenti di diminuzione delle risorse, anche ad opera di governi di diverso orientamento politico, nonostante sia di tutta evidenza quanto entrambi i sistemi rappresentino presupposti indispensabili sia per una sostenibilità del quotidiano, sia per uno sviluppo futuro in grado di migliorare la qualità della vita di fasce sempre più ampie di popolazione” dice Licia Cianfriglia, coordinatore Cida Lazio in apertura del confronto e continua

“All’interno di ciascun sistema, poi, e in modo parallelo per entrambi, fondamentale è il livello d’integrazione che si realizza tra settore pubblico e privato, tra i quali va garantita una libera competizione nell’interesse del cittadino”.

Dato in questo scenario il ruolo strategico ricoperto dai vari livelli di Dirigenza e Managerialità, è indispensabile che le competenze manageriali evolvano e si adeguino alle necessità dei tempi e alle prospettive che vanno delineandosi per il futuro.

“Se il settore istruzione è saldamente nelle potestà decisionali dello Stato, con parziali seppur importanti competenze regionali, quello della sanità appartiene in modo prevalente alle Regioni” dice Germani, vicepresidente Cida e continua “se quindi le competenze legislative, organizzative e di destinazione delle risorse hanno determinato per l’istruzione un forte carattere di unitarietà, per la sanità le differenze da Regione a Regione si avvertono e sono rilevanti sotto vari profili: dalla qualità e quantità delle prestazioni ai costi dei servizi resi. Questo quadro dovrebbe mutare con l’approvazione del Disegno di Legge di riforma costituzionale che modifica il Titolo V, recuperando poteri allo Stato”. Sul versante delle funzioni manageriali, Germani continua sostenendo che “quella dei Dirigenti Scolastici corrisponde ad una piena responsabilità gestionale da riconoscere sotto ogni profilo e ricomprendere nell’istituendo ruolo unico della dirigenza statale, in questa direzione va l’impegno della CIDA”.

Anche per Giorgio Rembado, Presidente ANP – Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola “La parola d’ordine dovrebbe essere quella dell’osmosi tra pubblico e privato come depositari di un unico riferimento valoriale. Cosa osta allora a questa osmosi?” si chiede e continua “Due fattori: un ritardo culturale delle persone che vivono la realtà del presente, che spesso hanno riferimenti fattuali che li riconducono a 25- 30 anni prima e l’esistenza ancora di barriere, dovute a diffidenze reciproche fra i due mondi, che fino a quando resteranno impediranno che ci possa essere una collaborazione competitiva”.

“In ambito sanitario, la dirigenza presenta sicuramente peculiarità rispetto agli altri settori produttivi. Ragion per cui in sanità, afferma Giovanni Costantino, Responsabile Ufficio Relazioni Sindacali Aris e continua “è prioritaria la regolamentazione di un rapporto di lavoro che riesca a contemperare i principi della sanità pubblica con le vere funzioni dirigenziali.”

“Il sistema sanitario oggi è sottoposto a continue trasformazioni, causate da difficoltà sia economico-gestionali, sia da una provvisoria e frammentaria attività di programmazione” afferma Luca Chinni, Segretario Nazionale ADONP Associazione dirigenti ospedalità non profit. E anche Stefano Cuzzilla, Presidente Fasi – Fondo assistenza sanitaria integrativa “Il nostro Paese ha bisogno di costruire un modello virtuoso in cui i soggetti erogatori vadano a complemento e a integrazione reciproca. L’esempio della Sanità integrativa, che non va confusa con il settore privato o con un’ipotesi di libero mercato della sanità, è un valido punto di partenza per qualsiasi ragionamento innovativo”.